Servizio Prevenzione e Protezione
TITOLO I PRINCIPI COMUNI
TITOLO I PRINCIPI COMUNI
La gestione del rischio (in inglese risk management) è il processo mediante il quale si misura o si stima il rischio e successivamente si sviluppano delle strategie per governarlo.

Leggendo il TITOLO I PRINCIPI COMUNI si intuisce che l’assetto legislativo è abbastanza complesso e le aziende hanno la necessità di comprendere il livello complessivo di rischio insito nei loro processi e nelle loro attività, al fine di garantire la Salute e la Sicurezza dei lavoratori e nel contempo vedere crescere anche il proprio utile.

Ciò implica il riconoscere e dare priorità ai rischi più significativi, individuare le criticità, riconoscere le debolezze dei controlli, arrivando ad attuare un efficace processo di Risk Management.

E’ noto che la progettazione, l’attuazione di piani di gestione del rischio e la definizione delle relative strutture di riferimento, richiedono di prendere in considerazione le differenti esigenze di una specifica organizzazione, mettendo in correlazione i seguenti fattori: UMANO, TECNICO ed ORGANIZZATIVO, esaminando i suoi obiettivi, il contesto, la struttura , le operazioni, i processi, le funzioni, i progetti, i prodotti, i servizi e le specifiche prassi adottate.

L’adozione di uno standard di Risk Management riconosciuto a livello internazionale consente, in generale, di aumentare il grado di consapevolezza della necessità di gestire il rischio, di migliorare l’efficacia e l’efficienza della gestione del rischio e del sistema dei controlli, di rendere maggiormente affidabile il processo decisionale, di migliorare la qualità dei rischi e di incrementare la confidenza e la fiducia dei portatori d’interesse interni ed esterni all’impresa.

Lo standard ISO 31000 è stato redatto nel 2009 dal Comitato Tecnico ISO/TMB “Risk Management”.
Lo standard ISO 31000 fornisce i principi e linee guida per la gestione di qualsiasi forma di rischio in un modo sistematico, trasparente e credibile ed all’interno di qualunque campo di applicazione e contesto.
Lo standard ISO 31000 promuove l’armonizzazione dei processi di gestione del rischio,  senza per questo prescindere dalle esigenze di specifiche considerazioni connesse a ciascuna azienda, fornendo un approccio comune a supporto di norme che riguardano
rischi e/o settori specifici, senza peraltro sostituirsi a tali norme.
La peculiarità dello standard ISO 31000 è data dalla sua applicabilità a qualsiasi tipologia di impresa (indipendentemente dallo specifico settore di competenza), in relazione ai suoi vari ambiti di attività (inclusi le strategie, i processi operativi, lo sviluppo dei progetti), così come a qualsiasi tipo di rischio a cui è esposta (quale sia la sua natura o le conseguenze, positive o negative che può generare).
Lo standard ISO 31000 stabilisce alcuni principi che devono essere soddisfatti per rendere efficace la gestione del rischio e raccomanda che le organizzazioni sviluppino, attuino e migliorino in continuo una struttura di riferimento, il cui lo scopo è integrare il processo per gestire il rischio all’interno della governance complessiva dell’impresa.
L’applicazione dello standard ISO 31000 consente di definire e uniformare i processi di gestione del rischio, replicandoli all’interno dell’organizzazione.
Lo standard ISO 31000 intende soddisfare le esigenze di una vasta gamma di portatori d‘interesse, tra i quali in particolare: i responsabili dello sviluppo della politica di gestione del rischio all’interno dell’organizzazione, coloro che devono garantire che il rischio sia
gestito efficacemente e coloro che hanno l’esigenza di valutare l’efficacia dell’organizzazione nel gestire il rischio.
La struttura dello standard ISO 31000 si fonda sulla relazione fra i Principi che devono essere osservati per gestire efficacemente il rischio, la Struttura di riferimento in cui si attua la gestione del rischio ed il Processo di gestione del rischio.

Il Titolo I Principi comuni rappresenta il cuore dell’organizzazione della Salute e della Sicurezza ed è suddiviso in IV Capi, i primi due vengono riportate rispettivamente le disposizioni generali e il sistema istituzionale:

CAPO I – DISPOSIZIONI GENERALI – CAPO II – SISTEMA ISTITUZIONALE.

A seguire il: CAPO III – GESTIONE DELLA PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO dispone come bisogna organizzarsi per gestire la prevenzione nei luoghi di lavoro, in questo Capo vengono riportate le otto Sezioni:

SEZIONE I – MISURE DI TUTELA E OBBLIGHI

SEZIONE II – VALUTAZIONE DEI RISCHI

SEZIONE III – SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

SEZIONE IV – FORMAZIONE, INFORMAZIONE E ADDESTRAMENTO

SEZIONE V – SORVEGLIANZA SANITARIA

SEZIONE VI – GESTIONE DELLE EMERGENZE

SEZIONE VII – CONSULTAZIONE E PARTECIPAZIONE DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI

SEZIONE VII – CONSULTAZIONE E PARTECIPAZIONE DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORISEZIONE

SEZIONE VIII – DOCUMENTAZIONE TECNICO AMMINISTRATIVA E STATISTICHE DEGLI INFORTUNI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI

nelle quali sono disposte: le misure di tutela e gli obblighi delle varie figure aziendali garanti della sicurezza quali Datore di lavoro, Dirigente e Preposto nonchè dei Lavoratori. La valutazione dei rischi in capo al Datore di lavoro e ricordiamo non delegabile, l’istituzione del servizio prevenzione e protezione e la designazione del Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione in capo al Datore di lavoro anche essa non delegabile. L’informazione la formazione e l’addestramento per i lavoratori, la sorveglianza sanitaria da garantire qualora sono presenti i rischi professionali, la gestione dell’emergenza, la consultazione e partecipazione del Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza, la documentazione tecnico amministrativa e le statistiche degli infortuni e delle malattie professionali.

Infine ritroviamo il:

CAPO IV – DISPOSIZIONI PENALI

 Il Titolo I Principi Comuni è composto da 61 articoli, dall’articolo 1 al 4, vengono spiegate rispettivamente le finalità, le definizioni, il campo di applicazione il computo dei lavoratori.

A seguire i dettagli del TITOLO I PRINCIPI COMUNI:

CAPO I – DISPOSIZIONI GENERALI

Articolo 1 – Finalità

Articolo 2 – Definizioni

Articolo 3 – Campo di applicazione

Articolo 4 – Computo dei lavoratori

CAPO II – SISTEMA ISTITUZIONALE

Articolo 5 – Comitato per l’indirizzo e la valutazione delle politiche attive e per il coordinamento nazionale delle attività di vigilanza in materia di salute e sicurezza sul lavoro

Articolo 6 – Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro

Articolo 7 – Comitati regionali di coordinamento

Articolo 8 – Sistema informativo nazionale per la prevenzione nei luoghi di lavoro

Articolo 9 – Enti pubblici aventi compiti in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Articolo 10 – Informazione e assistenza in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro

Articolo 11 – Attività promozionali

Articolo 12 – Interpello

Articolo 13 – Vigilanza

Articolo 14 – Disposizioni per il contrasto del lavoro irregolare e per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori

CAPO III – GESTIONE DELLA PREVENZIONE NEI LUOGHI DI LAVORO

SEZIONE I – MISURE DI TUTELA E OBBLIGHI

Articolo 15 – Misure generali di tutela

Articolo 16 – Delega di funzioni

Articolo 17 – Obblighi del datore di lavoro non delegabili

Articolo 18 – Obblighi del datore di lavoro e del dirigente

Articolo 19 – Obblighi del preposto

Articolo 20 – Obblighi dei lavoratori

Articolo 21 – Disposizioni relative ai componenti dell’impresa familiare di cui all’articolo 230-bis del Codice civile e ai lavoratori autonomi

Articolo 22 – Obblighi dei progettisti

Articolo 23 – Obblighi dei fabbricanti e dei fornitori

Articolo 24 – Obblighi degli installatori

Articolo 25 – Obblighi del medico competente

Articolo 26 – Obblighi connessi ai contratti d’appalto o d’opera o di somministrazione

Articolo 27 – Sistema di qualificazione delle imprese e dei lavoratori autonomi

 

SEZIONE II – VALUTAZIONE DEI RISCHI


Articolo 28 – Oggetto della valutazione dei rischi

Articolo 29 – Modalità di effettuazione della valutazione dei rischi

Articolo 30 – Modelli di organizzazione e di gestione

 

SEZIONE III – SERVIZIO DI PREVENZIONE E PROTEZIONE

 

Articolo 31 – Servizio di prevenzione e protezione

Articolo 32 – Capacità e requisiti professionali degli addetti e dei responsabili dei servizi di prevenzione e protezione interni ed esterni

Articolo 33 – Compiti del servizio di prevenzione e protezione

Articolo 34 – Svolgimento diretto da parte del datore di lavoro dei compiti di prevenzione e protezione dai rischi

Articolo 35 – Riunione periodica

 

SEZIONE IV – FORMAZIONE, INFORMAZIONE E ADDESTRAMENTO


Articolo 36 – Informazione ai lavoratori

Articolo 37 – Formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti

 

SEZIONE V – SORVEGLIANZA SANITARIA


Articolo 38 – Titoli e requisiti del medico competente

Articolo 39 – Svolgimento dell’attività di medico competente

Articolo 40 – Rapporti del medico competente con il Servizio sanitario nazionale

Articolo 41 – Sorveglianza sanitaria

Articolo 42 – Provvedimenti in caso di inidoneità alla mansione specifica

 

SEZIONE VI – GESTIONE DELLE EMERGENZE

 

Articolo 43 – Disposizioni generali

Articolo 44 – Diritti dei lavoratori in caso di pericolo grave e immediato

Articolo 45 – Primo soccorso

Articolo 46 – Prevenzione incendi

 

SEZIONE VII – CONSULTAZIONE E PARTECIPAZIONE DEI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI


Articolo 47 – Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Articolo 48 – Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza territoriale

Articolo 49 – Rappresentante dei lavoratori per la sicurezza di sito produttivo

Articolo 50 – Attribuzioni del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza

Articolo 51 – Organismi paritetici

Articolo 52 – Sostegno alla piccola e media impresa, ai rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza territoriali e alla pariteticità

 

SEZIONE VIII – DOCUMENTAZIONE TECNICO AMMINISTRATIVA E STATISTICHE DEGLI INFORTUNI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI


Articolo 53 – Tenuta della documentazione

Articolo 54 – Comunicazioni e trasmissione della documentazione

 

CAPO IV – DISPOSIZIONI PENALI

SEZIONE I – SANZIONI

Articolo 55 – Sanzioni per il datore di lavoro e il dirigente

Articolo 56 – Sanzioni per il preposto

Articolo 57 – Sanzioni per i progettisti, i fabbricanti, i fornitori e gli installatori

Articolo 58 – Sanzioni per il medico competente

Articolo 59 – Sanzioni per i lavoratori

Articolo 60 – Sanzioni per i componenti dell’impresa familiare di cui all’articolo 230-bis del codice civile, per i lavoratori autonomi, i coltivatori diretti del fondo, i soci delle società semplici operanti nel settore agricolo, gli artigiani e i piccoli commercianti

SEZIONE II – DISPOSIZIONI IN TEMA DI PROCESSO PENALE

Articolo 61 – Esercizio dei diritti della persona offesa

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